Eccomi con il secondo compleanno, che in realtà fu il primo.
Il grande insegnamento che ho tratto, nell’intenso lavorio di preparazione a questo compleanno, è che, se sei alle prime armi con il punto pieno, oppure se sei un esperto che non lo esercita da qualche tempo, devi ridurre al minimo la simmetria del disegno. 
Sennò soffri. 
Soprattutto se nutri grandi aspettative sulla tua capacità organizzativa del compleanno.
Mi spiego.
Se sei un principiante probabilmente sei concentrato sulla resa dei contorni, la cui irregolarità ti fa contorcere le budella. Si innesca la battaglia coi contorni e diventi cieco a tutti i piccoli e meno piccoli dettagli che fanno grande il punto pieno, come la lucentezza della superficie e la regolarità del disegni. 
Detta meglio, non sei perfettamente conscio della qualità del tuo disegno (linearità, simmetria, assenza di distorsioni) e non riesci a dosare allineamento, accostamento e tensione dei punti. 
Quindi soffri per i contorni, ma il vero malessere nasce da un marasma inconsapevole di superficialità.
Che nessuno si senta preso in causa… Sto ovviamente parlando della tenera me, che anni or sono si accanì contro i suoi contorni.
Se sei un esperto, ormai sei sceso ai patti coi contorni.
Hai capito che alla tua mano (più precisamente agli occhi, credo) serva del tempo (tanto, troppo, ecchescatole, lo so) e che la perfezione è un concetto che va rivisitato a nostro vantaggio, o meglio a vantaggio della nostra salute mentale. Io mi sono imposta di pensare che la felicità stia nel cammino verso la perfezione e che fintanto che c’è sfida c’è speranza, ma insomma mi pare un po’ l’effetto consolatorio della sposa bagnata fortunata.
Quindi dicevo che sei sceso ai patti coi contorni e che inizi a concentrarti su questioni più nobili, come la lucentezza della superficie e l’insieme compositivo… 
Ed eccola tornare, la sofferenza.
Perché adesso VEDI TUTTO. 
Sei diventato il più spietato degli esaminatori della storia. 
Non puoi barare, perché ti sgameresti subito. 
Fai finta di non vedere e poi ti disperi, dopo tanto lavoro.
E’ terribile.
Morale della favola… Siamo fatti per soffrire? Non lo so, ma possiamo ridurre le occasioni di sofferenza. 
Possiamo scegliere il disegno adatto. 
E, alla luce di tanti errori del passato, forse è la cosa più difficile, per un principiante (e non solo, evidentemente).
Suggerirei (sempre a me stessa, ovviamente – che se lo scrivo poi magari mi ascolto) di prestare attenzione alla complessità della lettera, alla quantità e alla qualità dell’ornamentazione e alla presenza di una vistosa simmetria, specialmente in presenza di simmetria di linee e non di spessori. Non che non si possano fare: deve essere il momento giusto, dopo l’allenamento giusto.
Comunque. 
Il disegno è tratto da Il libro delle lettere di Liliana Babbi Cappelletti (no, non c’è l’alfabeto completo, perché la collezione di disegni si basa su uno studio di biancheria d’epoca). Ho ricamato in verde perché… Non so. L’ho visto in verde. L’idea dell’erbetta fresca e della profondità del bosco mi faceva sostare un po’ trasognata, così mi sono decisa per il verde. Anchor n.25, colore 267 per la lettera a punto pieno e per i fiorellini a punto pisano e DMC 937, 580, 581 per steli e foglie.
Siccome avevo paura che si vedesse che la mia simmetria non era perfetta, ho prenotato la luna piena per distrarre. 
Compleanno molto interessante, grazie.