Inutile dire che, sin dall’inizio, il mio obiettivo era arrivare ad una letteruccia fiorita su una maglia.
E’ ormai ufficiale… 
Sono arrivata alla fine del mio alfabeto completo e proprio in questi giorni ho iniziato ad informarmi su come si fa a pubblicare qualcosa. Estremamente imbarazzante (non ne so davvero nulla), entusiasmante, divertente, ansiogeno. 
Adesso infatti arriva la parte in cui si devono scrivere testi sensati (non deliranti come questi del blog!) e magari fare qualche fotografia…
Ma insomma già avevo in mente di espandere l’uso delle iniziali e avevo messo in conto di provare sulla maglina. Forse sperimenterò anche altri sistemi per arrivare allo stesso risultato, ma la praticità del Custom By Me è fuori discussione. Il vantaggio del riposizionamento in caso di errore e l’adesione perfetta del tessuto adesivato alla stoffa è notevole.

Ho impostato il disegno e scelto i colori di uno dei miei campionari: ricordate la E su raso?
Avevo immaginato l’idea del campionario in cui ciascuna lettera ha una palette diversa a questo preciso scopo e cioè trovare rapidamente una soluzione per l’idea cromatica che si ha in mente  e il colore del tessuto di partenza.

Ho ricamato la lettera tenendola semplicemente in mano, grazie al supporto offertomi dal Custom By me. Una volta terminata l’ho gettata sotto l’acqua, come sempre, per far sciogliere il prodotto.
Questa è la parte che preferisco e nella nostra maratona mi sono divertita a fotografarla spesso, perchè il Custom è bianco e l’effetto reale del ricamo potrà essere apprezzato veramente soltanto quando esso si scioglie. Vedere il getto dell’acqua che lentamente lo disgrega, lasciando a poco a poco trasparire il risultato definitivo è un’esperienza strana e divertente.

Aspettare l’asciugatura, invece… E’ la parte più noiosa!
Prima della E a fiorellini avevo provato una A su un abitino di Anita che forse avrebbe potuto essere messo a telaio, ma le piegoline avrebbero alterato e probabilmente distorto il ricamo, così ho optato anche in questo caso per il Custom.

Una A dell’alfabeto Amadeus Regular, molto adatto al palestrina, che mi sono imposta di usare almeno una volta a settimana, come fosse un integratore.

Pur sapendo che Anita avrebbe avuto da ridire, ho improvvisato una coroncina a tre quarti con un po’ di nodini, perchè quando mi trovo con un qualunque filato oro tra le mani vado fuori di testa.

E così eccoci alla fine della nostra maratona Custom By Me, che spero sia servita a farvi esplodere nella testa mille idee migliori delle mie. Anche nella mia testa è successo: ho sempre idee migliori delle mie! E infatti termina la maratona, ma non terminano di certo i campionamenti!
E vi invito a postare le vostre prove sui social network, perchè in fondo non c’è niente di più bello e stimolante della condivisione. Proprio negli ultimi tempi mi sono trovata a riflettere sull’opportunità o meno della mia sconsiderata divulgazione di immagini. Succedono cose…
Vi confesso rabbia e frustrazione. So bene che è sbagliato, ma siamo umani: ci attacchiamo a quel poco che siamo riusciti a fare o che siamo capaci di fare e che per noi è una conquista, frutto magari di notti insonni e sacrificio. Pur essendo, magari, una sciocchezza.
D’altro canto, se lo si tenesse nascosto in un baule… Che soddisfazione darebbe? Quale utilità fornirebbe? 
Dunque augurando a me e augurando a voi di non perdere mai quella scintilla che ci fa evolvere e che fa scaturire sempre nuove idee, in modo da poterci lasciare alle spalle senza soffrire quelle già realizzate, vi saluto e vi ringrazio per la vostra costante preziosa presenza. 
Voi che arrivate a leggere fino all’ultima riga, lo so, sapete vedere. 
Grazie,
Elisabetta