Ma Orso non è tipo da serbare rancore a lungo. Anche perchè, dopo aver notato che la finestra a ridosso dello stand dava sul parco, prese a darsi ad un passatempo molto costruttivo: fare le boccacce agli scoiattoli. 
Così potei godermi l’orda selvaggia di visitatori, tenuti per due anni a fantasticare sulla mostra e quindi famelici di novità, nonchè bramosi di fiutare l’aroma di filati e lini e di dare fondo ai risparmi di una vita. 
Apparve dunque sorridente Louise, che si era annunciata con una mail tanto carina quanto misteriosa. Louise fu per me l’inaugurazione della mostra. Ora, nella quiete del dopo Vinovo, mi tuffo nelle sue passioni e nelle sua vita segreta, che racconta nelle brevi ma intense storie narrate in un blog e illustrate con i ricami (https://appelez-moilouise.blogspot.it/).

I miei occhi seguivano i visitatori e studiavano la stanza. 
Quelli di Orso iniziarono a fiutare i cestini del pranzo.

In men che non si dica scorazzava tra le gambe dei visitatori facendoli incespicare increduli. 
Lo inseguii trattenendo parole indicibili e mi lanciai sotto il telo dello stand dirimpettaio per acciuffarlo… Che sorpresa! Che felicità! Condividevo la stessa stanza di Annarita (http://annaritaricama.blogspot.it/)! La mia prima amica di blog! La prima blogger a cui diedi il volto, proprio sei anni fa, a Vinovo! 
Avevo un caffè da offrire ad Annarita, ma non ce l’ho fatta… Anzi: abbiamo deciso di rimandarlo fra due anni per esserci entrambe! E spero che sia così, perchè nel trambusto del ritorno non sono riuscita a salutarla! Ilaria puncetta, Annarita ricama… Egregiamente entrambe e a tutto colore! I loro pezzi hanno il colore delle caramelle e te li mangeresti, se potessi. Orso un morso lo diede…
Rotolando come una palla sull’antico pavimento, mi distrasse infine dal puncetto colorato e scomparve poco più in là.

Scomparve…?!
Si era piazzato immobile dietro il libro del Punto Bargello di Maria Elide e ci fece così tanta tenerezza (così ciccio e convinto di essere invisibile), che tutta la stanza, Maria Elide compresa, fece finta di non vederlo. Dagli stand e dalle bocche dei visitatori uscivano teatrali esclamazioni che chiedevano dov’era Orso, che non si vedeva affatto e che chissà che fine avesse fatto… 
Lo osservavo ridacchiare compiaciuto del suo nascondiglio.
Quando una visitatrice, ammaliata dal brillio dei filati tirati del punto fiamma, lo acchiappò per sfogliarlo al posto del libro, cacciò un urlo e così pure la visitatrice.

Fine dell’astuto nascondiglio.

Ebbero pietà di lui le mitiche Tullipan. Paola lo rassicurò e tra le sue braccia infine crollò addormentato, sognando delicati metri di tulle che lo accarezzavano e abili mani che ricamavano foglie e fiori leggeri come ali di farfalla… Ho sorriso all’idea che gli stessi fiori di lana del ricamo Bandera (sovrano a Vinovo) avessero complottato per infiltrarsi tra le trame sottili del tulle nero di abiti degni delle più splendide occasioni.
Cioè, ragazze… Ero compagna di banco della Matteucci e della Melani!
Avete presente quelle emoticons rubate a Charlie Brawn, con il personaggetto che guarda in alto agitando le dita mentre salta? Ecco.
Tradotto in gergo locale: Che roba, neh!
Nella prossima puntata, Orso inizia ad esplorare le ali laterali del castello, rischiando di finire ingabbiato come sospetto terrorista. Stay alive!