Come raccontavo nella precedente puntata dei Goldwork-weekend, avevo abbandonato l’oro per finire i ricami del mare e imbiancare casa… E mi ero dimenticata del mio airone.
L’argento con cui avevo ricamato il collo, profondamente offeso di essere stato sbattuto in garage, si era ossidato di rabbia e frustrazione e adesso che lo riprendo in mano, il contrasto dei filati scintillanti di felicità è notevole.
Lo lascio così, costante memento del mio scellerato abbandono.
Quando scappo di casa per cercare un po’ di silenzio, finisco sempre per andare ad ascoltare l’acqua che corre sull’argine del torrente che attraversa il paese. Qualche volta vedo il mio airone e lo seguo con lo sguardo. Chissà come, ne esco sempre con qualche associazione mentale significativa, che mi riporta alla realtà.
Anche il forma ricamata, ha visto bene di infliggermi la sua saggia lezione.
E io incasso.
Così avrò qualcosa in più da raccontare e raccontarmi, quando sarà finito e messo in bella posta.
L’uso che fa Becky del ricamo in oro è geniale. Estremamente creativo.
Le macchie di colore sul collo, o le finiture scomposte dei fili per evocare le piume mi fanno impazzire. Fanno venire voglia di provare cose…
Ma per ora seguo diligentemente i compiti assegnati.