Ricordo l’ultimo autunno, come non fossero neanche passate due settimane!
Ricamavamo rami spogli sotto lo sguardo vigile e terribile della Cesarina.
Cioè… Non che il suo sguardo si sia addolcito!
Anzi!
Ma sono successe così tante cose…
Ogni sciocchezza ci ha procurato sorrisi. Ogni difficoltà una parola di conforto. Ogni battutaccia della Sam, lacrime.
E ogni mio punto, che posso ripercorrere sulla tela, apre nella mente un aneddoto, un viso, una parola. Lo stesso ricamo racconta a ciascuno una storia diversa, che si è sedimentata nella memoria sull’onda di impressioni casuali e personali.
Persa in questi pensieri, fissando il vuoto col mio ricamo in mano, non mi sono resa conto dell’ombra minacciosa che mi è scivolata accanto e che mi fissa. Mi sveglio di soprassalto e ruotando gli occhi sulla folla semi divertita e preoccupata, tutta intenta ad osservarmi, sprofondo in un abisso di imbarazzo e terrore.
Improvviso una via di fuga. Punto l’indice di scatto verso la verso la porta e grido allarmata Guarda là! Tutte voltano la testa, ma la Cesarina non la freghi con questi mezzucci.
Accenna un ghigno e annuncia alla platea che oggi avrei spiegato io come ricamare l’autunno.
Pork!
Mi avesse dato i rami a punto erba ce l’avrei ancora fatta, ma…
Inizio a balbettare.
Dunque… Dobbiamo ricamare questi… Fiori? Oh, mamma! Non so come si chiamano… Carciofi?
La Cesarina mi sventola il disegno davanti e leggo veloce Eriofro… Eriofro?!
Erioforo! Tuona lei.
C’è un errore di stampa! Commento contraendomi e pentendomi di averlo detto nello stesso istante in cui il fiato esce dalla mia bocca.
Mai saprò di che morte sarei morta, perché ecco arrivare correndo e inciampando la Patrizia, ridendo come se avesse bisogno di una bombola di ossigeno, per raccontare che lei ha dipinto quelle cose lì e che poi qualcuno è impazzito per cercare un nome, ne hanno scovato uno sul libro delle Fate dei Fiori e poi è stato pure stampato sbagliato. Un’ora intera per arrivare a capire, perché lei doveva riprendere fiato e poi ancora fiato. La Gabry cercava di tradurre, mentre distribuiva campioni di tessuto alle presenti, ma pure lei faceva fatica, non tornandole del tutto di quale carciofo si stesse parlando.
Nel frattempo la Vale distribuiva tisane fumanti all’arancia e chiodi di garofano, con la Fulvia scodinzolante al seguito, ormai in sintonia con ciascuno dei presenti, a cui sapeva regalare sdrusciatine personalizzate. Ma puntava a fiutare la bimbetta, perché lei l’avrebbe incalzata correndo fuori per rotolarsi sull’erba e dare la caccia ai bastoncini fluttuanti.
E proprio mentre vedo la sgangherata coppietta scappare nel vigneto, mi trovo nuovamente costretta a improvvisare, sentendo un cucchiaino sbattere sulla tazza a pochi millimetri dal mio orecchio.
Spiego sbagliando tutti i congiuntivi che si potrebbero ricamare i carciofi con lunghi punti vapore, con due colori. Faccio una dimostrazione e ricamo con il DMC 842 a due fili una serie di punti vapore a 20-25-30 avvolgimenti, prendendo con l’ago tutta la lunghezza delle linee segnate più lunghe. Non a caso, credo, finisco col ricamare una manina a cinque dite che saluta per annunciare la partenza, ma devo proseguire. Aggiungo il ricamo di altri punti vapore, più corti, ma sempre ben nutriti di avvolgimenti, per dare tridimensionalità e movimento sinuoso alle estremità secche del carciofo, ricamandoli col DMC 3862 a due fili.
Mentre tutte ricamano riesco a rilassarmi e a girare tra i tavoli, di continente in continente, a chiacchierare e a ridacchiare sull’accaduto. Posso percepire un’eccitazione nascere tra i tavoli e crescere ad ogni pastafrolla addentata. La scorgo materializzarsi sull’angolo a est della sala, dove su un ampio tavolo la Gabry sta srotolando una fine tela di seta con riflessi blu, azzurri e argento, davanti agli occhi scintillanti della Lory e della Patty e quelli seri e calcolatori della Cesarina. Mi chiedo se è il vin brulè che la Vale ha fatto girare di nascosto o se è solo un riflesso, quello scintillio che ora riluccica anche negli occhi della Cesarina.
Con i fili oro per capire cosa vanno tramando quelle…
Stesso non luogo, stessa non ra!
Parte settima dello story-tutorial d’auguri, organizzato da Gabriella, Patrizia ed Elisabetta! Ogni martedì e venerdì finché la tela non l’abbiamo ricamata tutta!
Se non hai ancora scaricato il disegno, trovi tutte le istruzioni in questo post di presentazione!
Grazie per essere passato a trovarci,
Elisabetta
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