Guidava il camion dei disegni la Gabriella, in una bella giornata di sole e di zona gialla. La Patrizia, seduta al suo fianco, faceva da navigatrice e dunque mi ero presa tardi con la spesa, calcolando che per raggiungere il Veneto avrebbero circumnavigato la penisola. Invece pare che ella se la cavi in geografia bene tanto quanto col pennello e pertanto la camionata aveva dovuto attendere che io parcheggiassi. 

Su Fb la Patty sostiene che io abbia esagerato e che di camionata non si potesse parlare. Fossero stati anche solo 30 pezzi, scegliere quello giusto per iniziare non sarebbe stato mica roba da poco e la quantità percepita forse superava la tonnellata. 

Quello mi pareva un po’ stortino, l’altro un po’ asimmetrico, questo un po’ slegato, quest’altro un po’ sbiadito…

Ci ha ragione! 

Per chi si fosse perso la sparata, sappiate che, come reazione al mio primo post, su Fb la Patty mi aveva pubblicamente svergognato l’indomani, dicendo che vado raccontando che tanto che mi piacciono i sui dipinti, ma poi ho sempre da ridire.

Fine osservatrice… E’ andata proprio così.

Ma lei, voi, io… Dobbiamo stare tranquilli! Faccio così con tutto, me compresa. Ma poi nemmeno io mi prendo troppo sul serio.

Sto imparando a conoscere, capire e dominare la creatura intransigente e petulante che dimora tra le mie viscere e che governa i miei primi impulsi. La Patty l’aveva sgamata al primo incontro e ci aveva riso sopra: ho imparato così anch’io a darle poco peso.

Seguendo l’occhio silenzioso della Gabry, che annuiva compiaciuta alla carrellata di dipinti che dalle mani della Patty passavano alle mie e dalle mie alle sue, avevo capito che più la creatura si contorceva aggrovigliandomi le budella, più la soddisfazione altrui aumentava. E che, se riuscivo a sedare l’essere, finalmente l’immagine mi veniva restituita pura nella sua poesia. E mi liberavo dalla pigra paura di non riuscire ad adattare il disegno al ricamo: gli ostacoli che avrei incontrato si sarebbero trasformati in puro divertimento. 

Così ho preso uno dei dipinti più esplosi: uno di quelli in cui non c’è una foglia che si attacchi al ramo manco a pagarla.

Mentre scroccavo l’ennesimo pranzo alle due ospiti (eh! lo so che toccava a me!), si discuteva sul che farci di tutti questi disegni. La creatura, evidentemente risvegliata dall’abbondante pasto, aveva sentenziato che di soli campioni non se ne sarebbe parlato e aveva tirato fuori una di quelle noiose questioni che le stanno tanto a cuore e che riguarda il tornare a ricamare per se stessi e per la casa, nutrendo l’antico rispetto per le cose, per recuperare non tanto una tradizione, quanto un atteggiamento: quello nei confronti della propria casa, pianeta compreso.

Ci eravamo guardate confuse, ma siccome stava per arrivare il tiramisù della casa, avevamo tranquillizzato la creatura dicendo che ci avremmo pensato sopra, sicuramente.