Trepidante ho aperto il primo scatolone. I biscotti alla crusca d’avena erano finiti da un pezzo e le unghie pure.
A causa dei problemi di caricamento del file e della necessità di farli inserire manualmente dall’operatore, temevo che per sbaglio avessero finito per stamparmi un catalogo di pneumatici da neve o un inventario di accessori per la pesca. Alfredo certo avrebbe gradito quest’ultima opzione e avrebbe portato trionfante a scuola il libro sulla pesca della mamma.
Invece, quando gli ho mostrato il contenuto, è tornato annoiato alle sue serie occupazioni, brontolando.
Pallida e senza forze, paralizzata dal timore e dall’odio per questo cumulo di carta che per un anno ha occupato e sfinito mente e impegno (pur nella sua infinita piccolezza ed esiguità) e che ha deciso, ormai provvisto di vita propria, di seminare scompiglio, opporsi ad un destino facile e procurarmi isteriche nevrosi anche negli ultimissimi istanti di gestazione, ho visto infine venire alla luce Un alfabeto a fiori.
Se badassi al senno di poi, chissà che forma avrebbe questa povera creatura!
Bisognerebbe nella vita fare prima un libro di prova e poi mettersi a fare sul serio. La stessa cosa adesso potrei farla con la metà del tempo e con un cervello meno vacuo. Bisognerebbe anche informarsi prima sulle magie che sanno fare i grafici e saper chiedere. Ma per imparare a formulare la domanda giusta, me misera, ho dovuto prendere diverse capate e sprecare giornate di lavoro.
Perchè sono partita da un faccio tutto io tanto presuntuoso quanto necessario per la scarsa disponibilità di mezzi e, ahimè, di conoscenze. Come sarebbe tutto diverso, ora!
Perchè quello che ho scoperto, strada facendo, è che una pubblicazione, per quanto piccola possa essere, se hai la fortuna di incontrare le persone giuste (come lo sono stata io) non ha una sola anima. E’ la somma di più anime. E Un alfabeto a fiori ne ha, e dedico questo post a loro.
Manifesta e splendida brilla quella di Laura Arnaldi, l’artefice della magia.
La mia grafica.
Le vie del destino, insondabili, si incrociano un po’ per caso, ma c’è chi dice di no. Per non diventare troppo sentimentale mi limito a dire che meglio di così non avrei potuto trovare. Con lei ho decisamente riconsiderato il mio stereotipo sterile e tecnico del grafico di professione, scoprendo che l’essere artisti non si esplica necessariamente nell’atelier d’arte. Lo sapevo già, in realtà. Ma le bande bianche e rosse dei cataloghi di pneumatici da neve non mi hanno mai evocato l’immagine di un artista.
Comunque, quella poveraccia della Laura l’ho fatta penare parecchio.
Credo che alla fine della faccenda fosse seriamente più motivata lei di me alla conclusione degna dell’opera. Fossi stata al posto suo, sicuramente avrei sbuffato alle mie richieste, accontentandomi con un sommesso se ti piace così. E io dal canto mio avrei pensato che in fondo ormai come andava andava.
E invece no. Era lei a volere che uscisse perfetto.
Non finirò mai di ringraziarla. Anche per non aver bloccato il mio numero di telefono dopo certe chiamate notturne.

Sulla follia di aggiungere il testo inglese scriverò un paragrafo dedicato (ovviamente con testo a fronte…).
Inutile dire che qualche volta mi vengono proprio delle idee geniali: dovrei imparare a riconoscerne il dubbio e farmi rinchiudere in una gabbia a meditare, prima di agire. Almeno per rendermi conto di essere magari un po’ impreparata. Dunque spero che potranno perdonarmi le lettrici straniere, se mi sono cimentata nella traduzione io stessa. Se mai ci sarà una prossima volta, affiderò subito la traduzione ad un esperto. Con l’acqua alla gola e l’ansia in ebollizione, ho chiesto un tardivo e disperato aiuto a Tamara Catrina Fonseca. Come un angelo è calato sul mio testo per salvare il salvabile, puntando la sua bacchetta magica d’oro qui e là, ma anche qui e lì e un po’ più sopra e anche più giù… Anche Catrina un incontro del destino e con lei ringrazio la mitica Manuela Scarpin, che mi dice di non aver fatto nulla e che invece non sa quanto sostegno e coraggio mi ha infuso con il suo entusiasmo!
Ma ringrazio tutte, ma proprio tutte le anime dei followers del blog e dei contatti di Facebook e Google+, che con il loro entusiasmo hanno creato l’occasione. Senza di loro, ne’ avrei avuto il coraggio, ne’ avrei pensato che potesse servire mai a qualcuno un qualche mio scarabocchio.
E la paura che possa deludere è forte.
E ringrazio anche Maria Rita per le dritte e per il sostegno autorevole che mi ha infuso sicurezza e per i consigli dell’ultim’ora che hanno contribuito ad un cambio di direzione importante per la resa ottimale di un certo capitolo.
E come non citare Maria Elide, che ho tormentato nei momenti di sconforto, finendo per riempire la casella di messenger con faccine che piangono dal ridere?! Il mio coach motivazionale. E’ a lei che in fondo devo la metafora gravidica sulla nascita di una pubblicazione…
Last but not least…
Ringrazio di cuore Gabriella Molinari di Conti e Molinari per il supporto materiale offertomi. E la metto nell’elenco delle anime che aleggiano sfogliando le pagine del mio libbricino, perchè la sintonia che si è creata va ben oltre i reciproci interessi di settore. Vi ho trovato quella stessa sensazione di un qualcosa che va oltre il quotidiano e che accomuna tutte queste anime e che forse altro non è che la passione, che trasuda e conquista.
Da lunedì 23 ottobre potrete trovare il mio libretto presso il suo negozio, ma per le informazioni tecniche e la mia autorecensione, risintonizzatevi tra un paio di giorni su questo stesso blog.
A prestissimo!