In occasione della Fiera di Vicenza (Edizione autunnale 2010) ho partecipato ad un minicorso dedicato al ricamo prenestino, tenuto da Stella Chiapparelli, esperta del ricamo di Palestrina. Scusate l’ignoranza, ma ero convinta che Palestrina fosse un’isola delle Tremiti… Invece è un paese del Lazio che il mare lo vede forse con un cannochiale. L’errore probabilmente viene dalla confusione con l’isola di Pellestrina che comunque sapevo fosse veneziana. In ogni caso, l’importante è aver partecipato al corso. 
Il bello della signora Stella è che la vedrete sempre impegnata a ricamare, cosa che di solito mi aspetto nelle fiere e che invece ultimamente pare essere una pratica abbandonata… Poi non usa il telaio, tendendo gugliate chilometriche senza stropicciamenti della stoffa!
Dunque mi sono fermata da lei per carpire qualche segreto e attraverso i suoi insegnamenti ho realizzato il campione sottostante, che mostra i difetti di una principiante, ma che si è rivelato utile per imparare.
Il ricamo assomiglia, per aspetto e per tecnica, al ricamo bizantino dell’Emila Romagna, ma si differenzia essenzialmente per la scelta dei filati. Quindi punto stuoia, erba e palestrina. Se non erro nel bizantino si usa comunemente un filo di mulinè per il fondo, due fili per i contorni, mentre il prenestino è lavorato con il perlè o il ritorto fiorentino n°8. Nei decori a punto palestrina il ritorto è addirittura raddoppiato ed è facile immaginare l’appariscente effetto rilievo.
Il mio ricamo in rosso (ritorto fiorentino n°8, colore 6178) è un secondo lavoro fatto a casa con tranquillità. Non ho usato il telaio, ma, su suggerimento della mia insegnante, ho teso la stoffa attraverso qualche spillo applicato sul margine superiore della stessa, sopra a un cuscino di supporto. Volevo un disegno tradizionale, ma in rete non ve n’è traccia. Sono ricorsa dunque alle mie solite fonti, trovando la mia R nel cifrario Janon Co., Fine Hand Embroidery, Monograms, 47 West 34th St, New Yor, scaricabile sull’Internet Archive. Non mi sono però resa conto che, dato lo spessore del filato, lo spazio interno al disegno doveva essere più ampio, in modo da creare un gioco più arioso con il fondo. Un’altra cosa che ho imparato è che mai quanto in questa tecnica il disegno deve essere riportato in maniera impeccabile!

Comunque questo è il risultato e forse i prossimi saranno migliori, perchè sicuramente ce ne saranno altri: mi piace. L’orlo della borsetta che è diventato il ricamo è anch’esso proprio del ricamo prenestino e ha come base il punto festone che raggruppa 3 punti alla volta.
Il cordoncino è realizzato con gli stessi filati del ricamo, ma ancora non riesco ad attorcigliarlo come si deve!