Chi avrebbe mai potuto ipotizzare che la manciata di bulbi avrebbe spinto le mie ruote ad affrontare un viaggio a ritroso nel tempo, che ritraccia un sentiero, apparentemente confuso e ora netto, come se potessi infine riconoscerlo solo rimirandolo dalla sommità? Mai sottovalutare l’istinto che giace a monte dei buoni propositi…

Ho re-incontrato Giuliana Buonpadre, attraverso l’incontro con suo marito, Vito, e solcando i suoi luoghi. La disposizione dei libri nella sua libreria, l’archivio di stoffe ricercate, i cartellini con le note scritte di suo pugno, i suoi ricami sparsi su vetri, mobili e scaffali: voci tonanti, per chi ha orecchie. Presenza viva, nonostante la mancanza.

Nel lontano 2009 ho iniziato a frequentare il suo laboratorio, in via Sant’Egidio a Verona. Per me significava concedermi una vacanza dai figli allora quasi neonati e, in particolare, prendere per la prima volta in seria considerazione il ricamo, avendo infine accettato l’idea che tutto il tempo che vi dedicavo meritasse studi superiori. Allora Giuliana già non poteva più essere presente a scuola (l’avrei conosciuta personalmente solo anni più tardi, in fiera), ma allora, come oggi, avevo percepito la sua presenza attraverso le sue cose, i suoi ricami, i suoi libri. In una scatola ancora conservo il foglietto col numero di telefono: in qualche modo sapevo che avrebbe comportato una svolta.

L’eredità che lascia a me Giuliana è grande, grandissima. Comprende ricordi, volti, contatti, parole, abilità, momenti di crescita personale. Quando si riceve molto, cresce dentro un desiderio, che a volte si maschera di peso, ma che in realtà è impulso all’azione. E mentre viaggiavo verso la sua casa mi è balenato l’impulso di farlo emergere e se scrivo oggi è perché sento la responsabilità di promuovere i suoi libri, attraverso cui ripercorrere i suoi passi, che sono quelli di tutte, tutti, noi; cioè di chi ha sentito crescere un interesse per il ricamo e lo osservato trasformarsi in passione, missione, vocazione e professione. L’ho scoperto scorrendo la sua biografia.

LA MIA VITA CON IL RICAMO – Giuliana Buonpadre
Il ricamo su cui poggia il libro è l’album di tela svolto in occasione del corso sulle sfilature. Di sua sicura invenzione, l’album di tela è l’oggetto attraverso cui vengono esercitate le tecniche proposte nei suoi libri. 
Inizio oggi questo viaggio, così. Vedo che scrivendo emergono temi sopiti, che meritano tempo di rielaborazione. Volevo già presentare i primi due volumi, ma qualcosa mi frena: un’idea. L’idea di mettere anche in pratica… Di lasciare alle mani, oltre che alle parole, la propria voce.