Come promesso, ecco la mia spietata autorecensione. 

Vietato acquistare il libro senza aver letto i motivi per cui NON bisognerebbe farlo. Questa è una tradizione a cui tengo molto e a cui devo trovare un titolo. Sono indecisa tra Guida all’acquisto consapevole o Meglio un acquirente in meno, che un acquirente con sete di vendetta.

Un paio di persone (una più gentilmente dell’altra) mi hanno detto (o scritto) di essere rimaste molto deluse dal mio libro (si riferivano l’una ad Un alfabeto a fiori, l’altra a In un campo di grano) perché le spiegazioni dei punti sono soltanto delle animazioni e così uno non sa neanche da dove cominciare. Siccome una voce coraggiosa può nascondere perplessità di molti, sono qui a dichiarare, per prima cosa, che i miei libro NON sono manuali di ricamo per principianti, ma album di disegni con istruzioni per il loro ricamo, magari adatti anche ai principianti (laddove dichiarato), se accettano l’idea di cercare qualche video o qualche amica o meglio ancora qualche esperta per visualizzare meglio i movimenti. In sostanza nei miei album si trovano i disegni a grandezza naturale, il numero dei filati DMC in una o più soluzioni cromatiche, la sequenza operativa con cui ricamare i disegni, con il rimando all’animazione grafica, eventuali suggerimenti per la resa ottimale dei punti. NON spiego come avviare o chiudere una gugliata, NON ci sono tutorial fotografici passo passo dei punti. Ci sono invece i tutorial fotografici della sequenza operativa: cosa ricamare prima, cosa ricamare dopo e con quali punti. Se io dovessi strutturare ciascun libro come un manuale per principianti, ciascun volume dovrebbe contenere almeno 80 pagine, costerebbe troppo e alla lunga risulterebbe ovviamente ripetitivo e del tutto inutile per chi l’ago già lo sa infilare.

Il nuovo album, intitolato Di rosa in rosa – Ricamare gli acquerelli di Patrizia Silingardi è del tutto simile ai precedenti.

La grande, grandissima novità, è che i disegni non sono miei. La somma artista, come ben sapete, è Patrizia Silingardi. Lei ha fatto i dipinti, io ho ricalcato le sue linee ed estrapolato i disegni, adattandoli per il ricamo. NON insegniamo a dipingere, per poi ricamarci sopra! Ci è stato difficile spiegare questo a qualcuno. Non capisco bene perché. Ma questa è la sede per sfatare tutti i miti in circolazione. Se volete acquistare un corso di disegno e pittura, NON acquistate questo libro.

Con una punta di orgoglio posso inoltre finalmente annunciare che ho introdotto una seconda grande, grossa, utile novità: I FOGLIONI!

Li ho fortemente voluti. Immobile e irremovibile, come una statua di marmo nella tempesta, ho ignorato le voci che insistevano perché io desistessi. Ce li avevo in mente da tempo, ma i costi troppo alti e la difficoltà di trovare una strategia di confezionamento adatta si erano sempre messi tra me e il mio desiderio. Qui però non avevo scuse: i disegni di Patrizia erano troppo grandi. O costringevo gli utenti a ricomporre disegni orrendamente fatti a pezzi, oppure li costringevo a fare ingrandimenti in percentuale, con sicure conseguenze nefaste. Questa volta DOVEVO fare un foglione. Visto che c’ero, ne ho fatti DUE!

I punti usati sono alla portata di tutti e i punti decisamente pochi, rispetto a Ricamare il mare, quindi dal punto di vista dell’apprendimento non lo considererei un libro avanzato. Rispetto agli altri album però ha molti disegni e un solo alfabeto, piccoletto, anche se molto grazioso. Non potevo non mettere un alfabeto, giusto?! L’ho strappato a Patrizia con l’inganno.

Se tecnicamente può sembrare un po’ povero, la scena è grandiosa. Me ne sono accorta in fiera a Bologna, quando abbiamo allestito lo stand con tutti i ricami che compaiono nel libro. A differenza dei miei soliti ricami, un po’ minuziosi e pedantemente sobri, questi da lontano fanno una gran figura. Arredano sul serio. Se i colori ricamando appaiono un po’ vistosi, nell’ambiente trovano un equilibrio e si ridimensionano, come di fatto succede con i dipinti di Patrizia, che ho fatto di tutto per riuscire a riprodurre fedelmente (salvo aggiustare qualche simmetria, ma non diteglielo).

Morale della favola: se cercate miniature graziose e delicate… NON compratelo.

Che altro dire… Ci sono dei testi. Questo libro è nato nel buio di un periodo che tutti abbiamo tristemente avuto modo di assaporare. Ha visto l’evolversi di situazioni familiari personali complicate e in questi due anni tutto è cambiato. Io sono cambiata. A rileggere le mie righe mi trovo un po’ stucchevole. Spero riusciate a perdonarmi. C’è pur sempre l’opzione di saltare a piè pari i testi inutili. Vi è venuta in aiuto la mia mitica grafica Laura: come per Ricamare il mare, il testo narrativo ha un font aggraziato, diverso da quello dei contenuti tecnici, un po’ più rigido. Saltate pure le grazie.

Chiudo con un’ultima novità, che forse non noterebbe nessuno, se non spendessi due parole a riguardo. Un alfabeto a fiori era scritto in terza persona, perché io ancora non avevo una personalità. In un campo di grano uguale. Il tema dominante era il ricamo fine a se stesso. Ricamare il mare è scritto in prima persona, perché allora avevo deciso di raccontare come io ricamo, senza trarre regole universali, e anche perché il percorso interno al libro aveva una natura intima, fatta di ricordi. Avevo preso un po’ di coraggio. Di rosa in rosa è ancora in prima persona, ma plurale. Siamo noi ad avere una voce. Noi che ricamiamo e che condividiamo la stessa visione del mondo. Noi che, come Patrizia che dipinge, attraverso il lavoro di mente e corpo compiamo un viaggio, che tento di indagare tra le righe, per cercare, anche se in forma forse un po’ maldestra e casalinga, la risposta al perché lo facciamo. Che è la domanda che spesso ci rivolgono e per la quale abbiamo confezionato una serie di risposte stereotipate che chiudano presto e bene il discorso. Spero non suoni presuntuoso.

Se non vi piacciono i libri stucchevoli e presuntuosi… NON comprate il libro!

E così termina la mia autorecensione. 

Se verrete a Mantova, alla Villa La Favorita, in occasione dell’evento Le Dame del L’ago, non ve lo farò acquistare se prima non l’avrete sfogliato tutto. E non faccio favoritismi.

Baci.