Pochi memorabili giorni fa mi trovavo a Dresda, in Sassonia, a girare intorno ad una teca di vetro con la Vale, al Rustkammer museum del Palazzo Reale. Bisbigliavamo e fotografavamo e facevamo congetture, poi ci spostavamo da un capo all’altro della sala e tornavamo ancora alla teca centrale, una, due, tre e più volte, sotto gli occhi via via più sospettosi dei guardiani del guardaroba, che devono per forza averci schedato.

Percorrevamo il profilo del mantello di Giovanni Giorgio I di Sassonia, regalo della madre nel giorno della sua presa in carica dell’elettorato, nel 1611. In realtà ripercorrevamo un viaggio, iniziato circa cinque giorni prima a Praga, in sella alle bici. Sul bordo del mantello il fiume Elba, lo stesso che ci sussurrava la via, viaggiandoci a fianco, riflettendo le nostre ombre, inghiottendo i pensieri abbandonati a monte e sulle rive.

Ricamato su stoffa e con filati italiani da un ricamatore di Dresda, Hans Erich Friese, principalmente in stumpwork e ricamo in oro. Genio e mago, egli ha registrato il suo presente e il futuro, che è il nostro presente, e chissà che altro… Perché adesso ci siamo anche noi, là dentro, con la nostra follia, il nostro scivolare sgangherato sulle sponde del fiume, gli sguardi di meraviglia sotto le rocce e i castelli, le foreste, le nuvole e gli animali tra i rovi e le increspature dell’acqua.

Girando intorno potevamo rievocare le voci dei personaggi incontrati  e ricamati con dettagli sorprendenti. Abbiamo seguito la scia dei battelli, anche quelli che ci hanno trasportato da una riva all’altra e ad ogni giro tornavamo a Dresda, per riassaporare quella sottile soddisfazione mista a nostalgia che sale al petto quando hai raggiunto la meta e che ti lascia in bocca il sapore dell’irripetibilità del momento.

Sotto la mantella già di per sé impagabile stava l’abito, pura follia del laboratorio di Hans Erich Friese. Non un lembo di stoffa è stato lasciato incompiuto: come le nostre fotografie scattate in ogni dove e poi montate sui video da mandare agli amici, giace ricamata sulla tela una lunga serie di vedute delle città e dei paesi, incorniciate in medaglioni e poi connesse tra loro con fiocchi e fiori, le cui sete possono dare alla testa, se decidi che prima o poi dovrai provare a riprodurre quella o questa o quest’altra sfumatura.

Certo è che se Giorgio I di Sassonia leggesse ora questo post, avrebbe senz’altro qualcosa da ridire. Immagino invece Hans sorridere e annuire beffardo. 

Insomma… Contro ogni aspettativa, e nonostante le scommesse che mi davano per spacciata, sono arrivata alla fine dell’impresa. 
Spero perdoneranno la mia mancata risposta quante mi hanno contattata per i corsi o altro, ma ero chiaramente impegnata a sopravvivere. Qualche giorno per tornare alla realtà, smaltire birra e gulash e ritrovare la posizione eretta e poi… Solo ricamo!