Per questioni di serendipità, di recente andai a sbattere contro il massiccio muro dell’arte. Mentre sprofondavo nel suo vortice di fuoco, sbattei la testa, scrollandomi di dosso la morte cerebrale degli ultimi tempi e mandando infine in pezzi il raziocinio orgogliosamente curato sin dai tempi della scuola.
Il ricamo, poveraccio, è materia di nicchia e per controverse questioni storiche non ha mai acquisito dignità scolastica. Dunque viaggia come un clandestino nelle grandi navi della cultura, senza mai trovare la sua degna isola di approdo. E se ci aggiungi che non c’è più mercato, i problemi per il ricamatore sono seri.
Con l’arte invece sei in una botte di ferro. Succedono cose fantascientifiche quali trovare un titolo in biblioteca, tanto per fare un esempio. Col ricamo il libro te lo devi comprare e probabilmente lo leggerai in inglese, se sei fortunato. Più verosimilmente dovrai goderti i geroglifici giapponesi, le immagini dei lavori finiti e la tua beata frustrazione di avere tra le mani tutto e niente.
Invece con l’arte puoi permetterti di saltellare di blog in blog raccogliendo una lunga bibliografia da prenotare con un clic nel sistema interbibliotecario della tua provincia di fiducia.
Lasciandovi il dubbio del perchè, in occasione di tali rimbalzi annotai due titoli. Uno dei due libri era già tra le mie stimate conoscenze, ma è doveroso che io gli dedichi un post meno frettoloso. L’altro offre il titolo a questo post.
Più che un libro è un libbricino e più che un libbricino è una medicina per i momenti vacui. Si legge in una serata e sprigiona una piacevole energia. L’autore è Austin Kleon e il libro si intitola Ruba come un artista.
In parte mi ci sono ritrovata e in parte ho trovato ispirazione. Le citazioni sono divertenti e lo stile arguto.
Ci sarebbero tante cose da dire, ma la Gabry sostiene che i miei post siano troppo lunghi e pallosi, quindi mi limito a spiegare che è un libro che parla alle menti delle ricamatrici, anche se non è un libro di ricamo. Parla all’uomo comune e non necessariamente all’artista. Spiega come e perchè è bene essere un po’ artisti, qualsiasi cosa si faccia.
Se volete saperne di più, ecco la recensione che mi convinse a prenotarlo.
Spero che non si arrabbi Austin se gli rubo qui due delle sue schede. In fondo io le ho rubate a qualcuno che le ha già rubate a lui e probabilmente il furto andrà a suo vantaggio.
Tra le tante, ho scelto quella bella citazione in testa al post e la scheda sul furto delle idee qui alla fine… Chissà che non aiuti a mettere fine a diverse sterili discussioni che a volte leggo su Fb circa il copiare o non copiare.
Take it easy, con un po’ di onestà intellettuale.
Take it easy, con un po’ di onestà intellettuale.
I tuoi post sono sempre interessantissimi, per niente troppo lunghi. Anch'io, dal ricamo, sto guardando con interesse il mondo dell'arte. Conosco il libro che recensisci, dello stesso autore c'è anche "Semina come un'artista", con idee per far conoscere il proprio lavoro. Direi che tu non ne hai molto bisogno, ma anche queso è divertente.
Rubo una tua frase:Il ricamo, poveraccio, è materia di nicchia e per controverse questioni storiche non ha mai acquisito dignità scolastica. Dunque viaggia come un clandestino nelle grandi navi della cultura, senza mai trovare la sua degna isola di approdo. E se ci aggiungi che non c'è più mercato, i problemi per il ricamatore sono seri.
Trovo verissime queste parole.
Il ricamo, uncinetto puncetto prunto croce… mi attirano e mi coinvolgono (come tutti questi giornali che invadono la mia casa ) mi attirano i colori e quel filo che sostituisce il pennello di un pittore alimenta la mia fantasia.
purtorppo l' interesse che suscita al pubblico è veramente misero.
Ti trovi un "mi piace" messo li che non mi dimostra niente. Così tutto il mio lavoro mi porta sempre al solito bivio: non faccio più niente. Creare bomboniere, disegnare tende….sono molto stanca di questo e vorrei di più.
Stanca??????che brutta parola.
Ciao con affetto.loredana