I libri giusti, quelli magici, funzionano esattamente così: non puoi startene con le mani in mano a sfogliare pagine soltanto.
Devi prendere il pezzetto di tela, seguire il tuo pensiero, rubare quel che c’è da rubare.
E qui da rubare ce n’è parecchio.
Dopo tormentati ripensamenti, mi sono lasciata sedurre dallo schema solo apparentemente più complicato e ho finito per andare a nozze col punto principessa. Bellissimo. Non lo avevo mai provato prima, ma rimirato sempre con occhio languido.
Fotografo vigliaccamente il fondo prima di decidere come affrontare l’intreccio del disegno, ma credo che opterò per il ricamo del retino come se il disegno non fosse affar mio, riempiendo tutto lo spazio. Poi vi aggiornerò…
Nel frattempo scorro la biografia di Giuliana e l’introduzione di questo primo volume e scopro che l’avventura editoriale fu scoperta, apprensione ed emozione, entusiasmo. Ci si sente meno soli ed inesperti, a scoprire che i grandi hanno avuto i tuoi stessi tentennamenti, le tue stesse perplessità. Mi rincuora leggere, mi affligge la certezza che avrei ricevuto saggi consigli, se i nostri tempi si fossero incastrati diversamente. Ma li ricevo, indirettamente, attivamente, frugando tra queste pagine.
E l’invito ad andare oltre lo porgo con queste mie poche foto e un link al libro (https://www.filofilo.it/ita/libri-di-ricamo/5-vol-1-gli-antichi-retini-di-fondo), che meglio racconta, perché uscito direttamente dai pensieri e dalle foto di Giuliana.
Aggiungo solo, qui, che il primo volume fu concepito per addestrare la mano del principiante e che mi sembra questo un sontuoso invito per chi vorrebbe, ma ancora non ha preso coraggio. L’album di tela del primo volume (in realtà uno degli album di tela) è un cuscino con riquadri a retini colorati, con al centro un’iniziale.
Parliamo di fili contati, rigore e disciplina.
Io al suo laboratorio ero partita con le sfilature, ma questi sono stati gli stessi regali che ho ricevuto e di cui ho sempre raccontato meraviglie.
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